“Israele inaugura l’epoca in cui tutto è un’arma”

ben detto da Pino Cabras:

L’inedita forma dell’atto di guerra con cui oggi Israele ha improvvisamente colpito il Libano causando decine di morti e migliaia di feriti è da considerare già adesso una pietra miliare dei conflitti del XXI secolo. Non c’è più un posto sicuro. Ogni forma di connessione incastonata negli oggetti della vita quotidiana e attivabile da remoto con intenti maligni è pronta a essere usata come un’arma.

Abbiamo visto centinaia di esplosioni contemporanee partite da dei cercapersone usati da militanti di Hezbollah – paradossalmente usati per essere meno connessi e meno aggredibili rispetto all’uso dei telefoni cellulari – hackerati, manomessi fino a usare le loro batterie come innesco. Molti innocenti che si trovavano vicino alle persone colpite sono stati coinvolti in modo massiccio e indiscriminato. Restano da chiarire alcune circostanze misteriose sull’abnorme portata dei danni (c’è chi ipotizza che molti dispositivi avessero addirittura grammi di esplosivo inseriti da qualche “talpa” che avrebbe intercettato e alterato la fornitura). Ma già adesso – oltre il singolo episodio – possiamo riflettere su quel che è implicato da questo caso.

In teoria, un numero enorme di oggetti connessi all’Internet delle Cose (IoT), inclusi dispositivi di domotica, impianti di produzione distribuita di energia, automobili altamente elettroniche e altri dispositivi intelligenti, sono vulnerabili ad attacchi informatici. Gli attacchi potrebbero avere potenzialmente effetti devastanti. Termostati intelligenti, telecamere di sicurezza, serrature elettroniche, luci e elettrodomestici connessi possono essere hackerati. Un attacco sufficientemente sofisticato rivolto a sistemi iper-connessi potrebbe riguardare in un domani abbastanza vicino milioni di famiglie immerse nell’entusiasmo della crescente digitalizzazione delle loro chincaglierie elettroniche.

Le tecniche possono risultare persino “banali” nella loro linearità. Oggi il server del cercapersone è stato violato, provocando l’installazione di uno script che ha generato un sovraccarico. Questo sovraccarico potrebbe aver causato il surriscaldamento della batteria al litio, la quale è successivamente esplosa. Conseguenze: decine di ospedali costretti a chiedere urgenti donazioni di sangue. Caos, sgomento.

Domani – e non solo in Libano – possiamo immaginare un attacco diffuso su più dispositivi che potrebbe creare in ogni casa numerosi punti di stress, da termostati sovraccaricati a elettrodomestici lasciati in funzione troppo a lungo, che insieme potrebbero aumentare esponenzialmente il rischio di incendi.
O automobili portate a causare incidenti di massa. O mille altri scenari che sfruttano la vulnerabilità della nostra epoca.

Fino a oggi, ogni invenzione è stata anche l’invenzione del suo cattivo funzionamento. Per capirci: inventi l’elettricità, che prima non c’era? Bene, hai inventato anche il problema del black out, che pure prima non c’era. Adesso scopriamo che ci sono forze potenti che considerano ogni invenzione anche l’invenzione di una nuova arma in grado di essere usata sulle masse. Il test libanese è ampiamente scalabile.

C’è anche un corollario, per tutto questo: ci sarà una corsa a dire che le “cyber-minacce” richiedono contromisure adeguate. Un po’ come il discorso dei virus informatici che creano il business degli antivirus. Solo che sarà moltiplicato su una scala incomparabilmente più estesa che abbraccia ogni oggetto connesso alla Rete.
Ricordiamoci che la strategia della tensione a livello planetario che ha avuto l’impronta iniziale della mega-operazione terroristica dell’11 settembre 2001 ha creato l’immenso indotto di una nuova e ossessiva economia “securitaria”. Negli ultimi vent’anni è tutto un proliferare di imprese, agenzie, nuove professioni che ci promettono più sicurezza, ma che hanno divorato pezzi significativi dei bilanci con una tendenza a espandersi indefinitamente e con una vocazione al controllo che ha eroso le libertà dei cittadini.

Molte imprese del settore della cybersicurezza sono israeliane. È una specializzazione mondiale che vede molti politici di tutto il mondo stendere loro tappeti rossi con totale negligenza rispetto alla propria sicurezza nazionale. Possiamo vedere l’episodio libanese di oggi anche come un macabro spot pubblicitario: “vedete come tutti sono esposti ai pericoli? C’è bisogno di protezione! Abbiamo giusto alcune aziende che farebbero al caso vostro. E non tirate fuori quell’esempio trito e ritrito della volpe nel pollaio, su, per favore!”

Pino Cabras ha anche più letteralmente ragione di quanto sappiamo:

Computer portatili, telefoni, campanelli, ciclomotori e walkie-talkie stanno esplodendo in Libano, creando il terrore assoluto tra i civili.

Nuova ondata di esplosioni scuote Beirut per il secondo giorno: esplodono anche radio portatili, oltre 300 feriti

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Secondo fonti libanesi, starebbero esplodendo anche panelli solari fotovoltaici..

Israele ha fatto esplodere delle radio personali portatili utilizzate dai membri di Hezbollah, secondo quanto riportato dai resoconti emergenti. La nota fonte di notizie regionali War Monitor scrive: “I dispositivi di comunicazione esplosi in Libano pochi istanti fa sono radio portatili, diverse dai cercapersone esplosi martedì , mi hanno informato fonti della sicurezza”.

Anche la TV Al-Manar di Hezbollah conferma che i dispositivi wireless sono esplosi nelle mani dicoloro che li trasportavano in diverse aree libanesi. Ci sono segnalazioni di almeno nove nuovi decessi e oltre 300 feriti in questo secondo giorno di esplosioni.

Sono state viste diverse ambulanze precipitarsi sulle scene di molteplici nuove esplosioni. Sembra che l’operazione segreta israeliana per seminare il caos tra i ranghi di Hezbollah non sia finita .

Ciò avviene dopo che il gruppo ha dichiarato che avrebbe controllato e ispezionato tutti i dispositivi elettronici spediti esternamente, considerando che a questo punto è chiaro che i cercapersone sono stati manipolati dall’intelligence israeliana.

Ironicamente, Hezbollah si è affidata ai cercapersone criptati in primo luogo perché la tecnologia più vecchia era considerata immune dalle intercettazioni israeliane. I governi e i servizi segreti possono più facilmente intercettare le comunicazioni cellulari. Tuttavia, è diventato chiaro che Israele è penetrato profondamente nelle telecomunicazioni di Hezbollah in modo molto diretto :

Jody Westby di Global Cyber ​​Risk afferma che Hezbollah si è affidato a “vecchie tecnologie” perché pensava che avrebbero reso più sicure le linee di comunicazione dei suoi membri.

Parlando ad Al Jazeera da Washington, DC, Westby ha affermato che Hezbollah ha utilizzato i cercapersone perché sono più difficili da intercettare ed è più complicato tracciare le comunicazioni che li attraversano.

“Questa è una guerra digitale . Ciò che hanno fatto è stato eliminare una linea di comunicazione per Hezbollah. Chiaramente, è stata piazzata, pianificata ed è stata efficace. Non la definirei un’arma di distruzione di massa. La definirei semplicemente un’arma autonoma, un’azione militare eseguita “, ha detto.

Mercoledì Barak Ravid di Axios ha riferito : “Israele ha fatto esplodere migliaia di radio personali (walkie-talkie) utilizzate dai membri di Hezbollah in Libano in una seconda ondata della sua operazione di intelligence iniziata martedì con l’esplosione dei cercapersone di Hezbollah, secondo due fonti a conoscenza del fatto”.

Di seguito sono riportati altri resoconti di testimoni oculari dei corrispondenti di Al Jazeera presenti sul campo nel sud di Beirut :

Possiamo confermare che c’è stata almeno un’esplosione nel quartiere di Dahiya, nella periferia sud di Beirut. Siamo ad Hamra, che a volte viene chiamata la zona ospedaliera: ci sono tre ospedali molto vicini l’uno all’altro.

Ora sentiamo un forte movimento di ambulanze nella zona, il che suggerisce che potrebbero esserci feriti in arrivo qui o in altri ospedali nelle vicinanze , forse a causa delle esplosioni avvenute all’interno di Beirut stessa.

Secondo quanto riferito, un’autobomba sarebbe esplosa anche nella città di Tiro, nel Libano meridionale.

Yaroslav Trofimov scrive più o meno quello che tutti stanno pensando: “Fate esplodere i cercapersone, costringete i quadri sopravvissuti di Hezbollah a fare affidamento sui walkie talkie, e poi fate esplodere i dispositivi esplosivi molto più grandi all’interno dei walkie talkie. I produttori di una serie TV di spionaggio escluderebbero questo colpo di scena come impossibile da credere “.

https://twitter.com/hayat_resimde/status/1836047286436004205

Arrivano notizie di centinaia di martiri. Che Dio aiuti il ​​popolo libanese Tutti portano letteralmente bombe a mano israeliane in tasca!! Penso che tutti gli ebrei nel mondo dovrebbero essere presi in ostaggio, ma questi attacchi possono essere prevenuti in questo modo. È stupido trattare gli israeliani da ora in poi come esseri umani.